• Nome scientifico: Rosmarinus officinalis
  • Famiglia: Lamiaceae
  • Classe: Magnoliopsida
  • Dominio: Eukaryota
  • Ordine: Lamiales
  • Regno: Plantae

Pianta arbustiva sempreverde che raggiunge altezze di 50–300 cm, con radici profonde, fibrose e resistenti, ancoranti; ha fusti legnosi di colore marrone chiaro, prostrati ascendenti o eretti, molto ramificati, i giovani rami pelosi di colore grigio-verde sono a sezione quadrangolare.

Le foglie, persistenti e coriacee, sono lunghe 2–3 cm e larghe 1–3 mm, sessili, opposte, lineari-lanceolate addensate numerosissime sui rametti; di colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore per la presenza di peluria bianca; hanno i margini leggermente revoluti; ricche di ghiandole oleifere.

I fiori ermafroditi sono sessili e piccoli, riuniti in brevi grappoli all’ascella di foglie fiorifere sovrapposte, formanti lunghi spicastri allungati, bratteati e fogliosi, con fioritura da marzo ad ottobre, nelle posizioni più riparate ad intermittenza tutto l’anno.
Ogni fiore possiede un calice campanulato, tomentoso con labbro superiore tridentato e quello inferiore bifido; la corolla di colore lilla-indaco, azzurro-violacea o, più raramente, bianca o azzurro pallido, è bilabiata con un leggero rigonfiamento in corrispondenza della fauce; il labbro superiore è bilobo, quello inferiore trilobo, con il lobo mediano più grande di quelli laterali ed a forma di cucchiaio con il margine ondulato; gli stami sono solo due con filamenti muniti di un piccolo dente alla base ed inseriti in corrispondenza della fauce della corolla; l’ovario è unico, supero e quadripartito.

L’impollinazione è entomofila, cioè è mediata dagli insetti pronubi, tra cui l’ape domestica, che ne raccoglie il polline e l’abbondante nettare, da cui si ricava un ottimo miele.

I frutti sono tetracheni, con acheni liberi, oblunghi e lisci, di colore brunastro.

Le informazioni riportate non sono consigli medici. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

  • I rametti e le foglie raccolti da maggio a luglio e fatti seccare all’ombra hanno proprietà aromatiche, stimolanti l’appetito e le funzioni digestive, stomachici, carminativi, utili nelle dispepsie atoniche e gastralgie, tonici e stimolanti per il sistema nervoso, il fegato e la cistifellea. Da alcuni autori viene inoltre consigliato per affezioni generiche come tosse o asma;
  • Per uso esterno il macerato in vino applicato localmente è antireumatico; mentre il macerato in alcool, revulsivo, viene usato per frizioni anche del cuoio capelluto; possiede qualità analgesiche e quindi viene applicato per dolori reumatici, artriti.
  • Per uso esterno se ne usa l’infuso per gargarismi, lavaggi e irrigazioni cicatrizzanti; o per cataplasmi antinevralgici e antireumatici; aggiunto all’acqua da bagno serve come corroborante, purificante e per tonificare la pelle.
  • I fiori raccolti da maggio ad agosto, hanno proprietà simili alle foglie; in infuso per uso esterno sono vulnerari, stimolanti, curativi della leucorrea e per la lotta ai pidocchi pubici.
  • Farmacologicamente, si prepara un’essenza e un’acqua contro l’alopecia o pomate per gli eczemi.
  • Dalle foglie, in corrente di vapore, si estrae l’olio essenziale di rosmarino, per un 1% in peso, liquido incolore o giallognolo, contenente pinene, canfene, cineolo, eucaliptolo, canfora e borneolo. A seconda del chemotipo della pianta vengono ottenuti diversi oli essenziali: un chemiotipo produce un olio ricco in eucaliptolo, che stimola la secrezione delle ghiandole gastriche dell’apparato digerente e respiratorio, responsabile degli effetti sulla digestione e dell’attività mucolitica.

Un chemiotipo produce un olio ricco in canfora, un chetone che può essere invece utilizzabile come antireumatico per uso locale, ma responsabile di effetti tossici sul SNC, quando usato per via orale. Un chemiotipo, invece, produce olio ricco in borneoloe derivati, come previsto dalla farmacopea, meglio indicato nella patologia spastica delle vie biliari. ed infine uno in cui abbondano il borneolo ed i suoi derivati.

Nell’uso farmacologico comune l’olio viene usato come eupeptico, eccitante, antisettico sedativo, ed i suoi preparati contro gli stati depressivi, restituendo vigore intellettuale e fisico alle persone indebolite.

Controindicazioni

Ipersensibilità o allergie verso uno o più componenti. Gravidanza o allattamento (fitoterapici) poiché nell’animale riduce l’impianto dello zigote. Periodo pre-operatorio. L’olio essenziale a canfora è controindicato in persone che soffrono di epilessia. Causa infatti, specialmente in casi di sovradosaggio, irritazioni, convulsioni, vomito e principi di paralisi respiratorie.